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  27 Luglio 2024
17/02/2015 di Comunicato Stampa

Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all´interno della materia

Jackson Pollock, Alchimia, 1947
Jackson Pollock, Alchimia, 1947


Periodo : Dal 14 Febbraio 2015 al 06 Aprile 2015, Collezione Peggy Guggenheim

Fonte : http://www.guggenheim-venice.it

4 Settembre 1947. Jackson Pollock scrive alla madre Stella scusandosi di non poterle restituire il grande telaio da ricamo perché utilizzato per la creazione di una nuova opera, a cui successivamente sarà dato il nome di Alchimia. Sempre nel 1947 le celebri foto di Herbert Matter ritraggono Pollock a lavoro nello studio di Long Island con Alchimia fissata al telaio da ricamo poggiato sul pavimento. Quel modo di lavorare a terra, a diretto contatto con il pavimento, segnerà la nascita della tecnica del dripping.
Febbraio 2015. Dopo oltre un anno di assenza e dopo essere stato oggetto di un importante progetto di studio e conservazione presso l´Opificio delle Pietre Dure di Firenze Alchimia torna alla Collezione Peggy Guggenheim, a cui appartiene, perno centrale della mostra scientifica Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all´interno della materia (14 febbraio 6 aprile 2015), a cura di Luciano Pensabene Buemi, Conservatore del museo veneziano, e Roberto Bellucci, Funzionario Restauratore Conservatore Opificio delle Pietre Dure, Firenze.
Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all´interno della materia è la prima mostra di un articolato progetto espositivo con cui la Collezione Peggy Guggenheim rende omaggio ai fratelli Pollock. Seguirà infatti, dal 22 aprile al 14 settembre 2015, un doppio tributo a Jackson e al fratello maggiore Charles, con le mostre Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile e Charles Pollock: una retrospettiva. L´intero progetto gode del patrocinio della Missione Diplomatica Statunitense in Italia e del prezioso sostegno della Pollock-Krasner Foundation.
Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all´interno della materia svelerà allo spettatore l´esplosione dei colori ritrovati dopo il lungo intervento di pulitura, in una sorprendente riscoperta della celeberrima opera, che verrà eccezionalmente esposta senza teca protettiva in modo da offrire l´esatta lettura della sua complessa superficie tridimensionale.
La mostra guiderà il visitatore in un viaggio unico e affascinante all'interno del dipinto, della tecnica esecutiva, dell´intervento di restauro, attraverso un coinvolgente allestimento multimediale. Video, riproduzioni in 3D, touch-screen, strumenti interattivi, nonché documentazione e oggetti storici provenienti dalla Pollock-Krasner House and Study Center di Long Island renderanno fruibile in modo dettagliato l´opera dell´artista, in tutta la sua matericità e nella sua ampia palette di 19 colori. A seguito di questo esaustivo studio e dell´intervento di pulitura, illustrato anche da un filmato realizzato dalla web Tv del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l´esposizione presenterà inedite informazioni su Pollock e sul suo dipinto, rivelando la personalità di un artista che ha combinato materiali e metodi di applicazione tradizionali con tecniche totalmente anti-convenzionali.
L´esposizione costituisce il primo, importante risultato di un più ampio progetto di studio e conservazione dedicato a dieci opere di Jackson Pollock, realizzate tra il 1942 e il 1947, oggi di proprietà Collezione Peggy Guggenheim. Le tele vennero acquisite dalla stessa Peggy Guggenheim, mecenate dell´artista americano, che espose nella propria galleria newyorkese Art of This Century nel corso degli anni ´40. Nell´insieme le dieci opere rappresentano un momento cruciale nel lavoro di Pollock, ovvero il passaggio da un linguaggio pittorico relativamente tradizionale e figurativo/astratto, a quella tecnica distintiva di versare, schizzare e sgocciolare la pittura sulla tela stesa a terra. Nell´ambito di questo progetto Alchimia è stata trasferita lo scorso dicembre nel Laboratorio Dipinti dell´Opificio delle Pietre Dure di Firenze, per un attento studio analitico e intervento di conservazione. Qui, nel corso del 2014, un team di studiosi, scienziati e conservatori, provenienti da diversi istituti scientifici italiani impegnati nel campo della conservazione dei beni culturali, ha esaminato ogni aspetto tecnico del dipinto. L´opera è stata sottoposta in seguito a un meticoloso intervento di pulitura, particolarmente complesso a causa della ricca e stratificata superficie pittorica, costituita da smalti, resine alchidiche, colori a olio, sabbia e sassolini, il tutto combinato in un impasto denso, fatto di grumi di pittura, schizzi e sgocciolamenti. La pulitura è stata necessaria per rimuovere lo strato di sporco accumulato negli anni, che aveva compromesso la leggibilità del quadro, opacizzando i colori e diminuendo lo spazio tridimensionale creato dalla tecnica innovativa di Pollock.
Il progetto di ricerca, il primo in assoluto in Italia, è stato reso possibile grazie alla costituzione di un gruppo scientifico di assoluto rilievo, coordinato dai dipartimenti di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e del Museo Solomon R. Guggenheim di New York in collaborazione con l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, con il prezioso apporto del CNR-ISTM e del Centro di eccellenza SMAArt dell´Università di Perugia, del CNR-INO e dell´INFN dell´Università di Firenze, del Visual Computing Lab del CNR-ISTI di Pisa, del Dipartimento di Chimica dell´Università di Torino. Il progetto ha coinvolto inoltre scienziati, conservatori e curatori americani che hanno già svolto ricerche sulle tecniche di Pollock. L´intervento è stato eseguito da Luciano Pensabene Buemi, Conservatore della Collezione Peggy Guggenheim in collaborazione con Francesca Bettini, restauratore Settore Dipinti dell´Opificio delle Pietre Dure. Fondamentale il contributo di Carol Stringari Deputy-director e Chief Conservator della Fondazione Guggenheim di New York, e di Gillian Mc Millan, Associate Chief Conservator for the Collection, Museo Guggenheim, così come quello, altrettanto prezioso, del Laboratorio Dipinti dell´Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
 
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