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  27 Luglio 2024
16/03/2015 di Jessica Ricci

Banksy: nuovi graffiti contro la guerra nella striscia di Gaza


Un invito ironico a scoprire una nuova destinazione, in cui "le opportunità di sviluppo sono ovunque": Gaza. Questo è l´incipit del mini documentario di quasi due minuti realizzato dal maggiore esponente della street art contemporanea, Banksy. Il video, intitolato sarcasticamente "Scopri una nuova destinazione quest´anno", quasi come se si trattasse di una meta paradisiaca ideale per una vacanza, è una chiara e aperta denuncia della situazione in cui si trova Gaza dopo la guerra contro Israele, avvenuta la scorsa estate.
Il noto writer inglese, il cui vero nome non è noto, ha compiuto un´incursione artistica nella striscia di Gaza per documentare e mostrare al mondo la vita in quella che viene considerata "la più grande prigione del mondo all´aria aperta", in cui nessuno è autorizzato a entrare o uscire: Banksy è entrato a Gaza attraverso tunnel sotterranei usati dai palestinesi per portare in questo territorio (sottoposto ad embargo da Israele nel 2007) beni di prima necessità e armi.
Nel panorama della città che Banksy ci presenta attraverso le sue riprese spuntano tra macerie, rovine, brandelli di quelle che un tempo erano abitazioni, quattro significativi graffiti: anche in questa parte di mondo "dimenticata", in questa striscia di terra protagonista di uno scenario terribile, Banksy ha lasciato il segno. E lo ha fatto in maniera incisiva, forte, in silenzio. Come al solito, come nel suo stile, caratterizzato prevalentemente da lavori di guerrilla art, movimento artistico che si contraddistingue per l´anonimato dell´autore, il quale deve lasciare le proprie tracce senza svelare la propria identità. Il primo graffito è realizzato sui resti di un muro che si erge solitario in mezzo a un mucchio di macerie: raffigura un uomo intento a pensare, con una mano sul capo; ispirato a "Il pensatore" di Auguste Rodin, il graffito s'intitola, significativamente, Bomb damage. All'interno del suo video, Banksy ci mostra il momento in cui sta realizzando il graffito e la conseguente reazione degli abitanti ad opera compiuta. Gli occhi di queste persone, svuotati di ogni speranza, guardano increduli i disegni che danno un tocco di colore a una realtà grigia di guerra, morte e distruzione; così come quando, adulti e bambini, vedono disegnata su un muro una gigante gatta bianca con un vistoso fiocco rosa al collo. "Sembra dire al mondo intero che si sta perdendo tutto il bello della vita", afferma un uomo seduto di fronte il graffito, guardando alcuni bambini giocare di fronte a quel disegno che per loro vuol dire tanto. È lo stesso uomo, qualche secondo dopo, a chiedersi e chiederci incessantemente "Che ne sarà dei nostri bambini?". Bambini, come quelli raffigurati nel terzo graffito eseguito da Banksy: bambini che si divertono su una giostra in movimento, una situazione così semplice ma così lontana da quella realtà piegata dai conflitti.
Il noto artista britannico, agitatore di folle, portavoce dell'arte di strada che lascia la sua firma sui muri del mondo dipingendo stencil a sfondo politico e satirico, questa volta ha lasciato un segno importante in una terra avvolta dall' annientamento di tutti i valori, messa in ginocchio da una guerra cruenta.
È una scritta color rosso sangue su un muro bianco a sintetizzare il pensiero di Banksy riguardo al conflitto fra Israele e Palestinesi: "Se ci laviamo le mani in un conflitto tra potenti e inermi, stiamo dalla parte dei potenti, non siamo neutrali." Quella dell'artista è una testimonianza significativa che mostra la distruzione prima e il totale disinteresse poi, attraverso un video che fa vedere al mondo intero quanta distruzione affligga quella striscia di terra.
Ancora una volta Banksy ha fatto centro, facendo parlare di sé per una giusta causa. Probabilmente è lo street artist più famoso al mondo e la sua fama è dovuta, oltre che alla sua affascinante e misteriosa arte, contraddistinta da un forte messaggio anti-sistema, al fatto che non se ne conosca l'identità: un artista senza nome e senza volto che però è sempre in grado di colpire e affascinare. "Alcune persone diventano dei poliziotti perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore. Alcune diventano vandali perché vogliono far diventare il mondo un posto dall'aspetto migliore": questo è il suo motto, lo slogan che contraddistingue la sua arte.

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