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  19 Aprile 2024
17/10/2016 di Alessia Brescia

Edward Hopper il realismo americano al Vittoriano di Roma

Edward Hopper, Autoritratto
Edward Hopper, Autoritratto
Al vittoriano è in corso una retrospettiva su uno dei più celebri pittori Americani del secolo scorso, Edward Hopper.
Nato nel 1882 in una piccola cittadina nello Stato di New York, Hopper incarnerà tutto lo spirito Americano d´inizio secolo.
L´artista è uno dei più grandi esponenti del realismo americano, in voga in un periodo in cui predominava uno stile astratto frutto della nascita della fotografia che scagionava l´arte dal suo essere documentarista.
Nel 1906 Hopper intraprenderà un viaggio in Europa, che lo legherà moltissimo a Parigi, in particolare sarà affascinato dall´impressionismo di Monet e di Degas.
Cominciò così ad usare il metodo pittorico dell´ En plein air, in modo da cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare, per captare la vera essenza delle cose.
La luce e le ombre sono alla base della ricerca pittorica di Hopper come anche le geometrie. Un segno inconfondibile nelle sue opere è il modo in cui utilizza la luce, ricreandola sulla tela nella maniera più autentica, egli stesso affermerà:
"mi interessa più la luce che il colore".
Il sentimento che emerge dalle sue opere è un forte senso di solitudine, malinconia e suspense. La sua pittura è una sintesi della sua esperienza interiore, le sue tele evocano una sensazione interna che può essere quella dell´inquietudine e di un forte isolamento.
Una delle prime opere che diede scandalo e che possiamo ammirare all´interno del percorso pittorico della mostra è intitolata "Soir Bleu" (1914), l´opera evoca un forte senso di solitudine e si avvicina molto alle atmosfere del cinema muto e del teatro.
Hopper è influenzato dal cinema di quegli anni e al tempo stesso le sue opere influenzeranno il cinema.
Vediamo infatti l´artista ritrarre i suoi soggetti come se il suo sguardo fosse una cinepresa che operi in soggettiva.
Le sue opere sembrano un´istantanea fotografica, dove le città sono il soggetto principale e le scene in movimento vengono scrutate e bloccate senza alcuna interazione. L´artista ha elaborato un tipo di composizione pittorica che è figlio della fotografia quello che rimanda è un´immagine momentanea.
Mentre tra i più celebri registi che si sono ispirati alle opere pittoriche di Hopper ritroviamo: Alfred Hitchcock che nel rappresentare l´edifico in cui si svolse Psycho utilizzò l´opera pittorica intitolata "House by the Railroad" (1925). Anche nel film "La finestra sul cortile" Hitchcock si ispirò ad Hopper, possiamo prendere in esempio il quadro "Night Windows" (1928).
Wim Wenders nel film in "The end of Violence", riproduce il celebre "Nighthawks" (1942) con le sue atmosfere noir.
Anche Woody Allen nel suo famoso film "Manhattan" ha voluto omaggiare il pittore riproducendo la prospettiva del ponte di Queensborough Bridge.
Il contributo di questo grande artista nello scenario del mondo dell´arte è stato immenso e rimane uno dei più celebri interpreti della pittura del ‘900.
La mostra in corso al complesso del Vittoriano, iniziata il 1 ottobre terminerà il 12 febbraio.

GALLERIA FOTOGRAFICA
Edward Hopper, Soir Bleu, 1914 Edward Hopper, Nighthawks, 1942 Edward Hopper, Night Windows, 1928
 
 
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