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  19 Aprile 2024
11/01/2016 di Marco Minuto

Piero della Francesca Indagine su un Mito

Polittico della Madonna della Misericordia
Polittico della Madonna della Misericordia
Presso i Musei San Domenico di Forlì, il 13 Febbraio prossimo sarà inaugurata una mostra dedicata ad uno dei più grandi artisti italiani del 1400, Piero della Francesca.
Una esposizione di altissimo valore artistico perché riunire gran parte delle opere di questo immenso genio è stata una operazione ardua.
Non solo, ma proporre un dialogo pittorico tra il maestro Piero della Francesca con i grandi pittori del Rinascimento quali il Beato Angelico, Paolo Uccello, Domenico Veneziano ed anche documentare l´influsso che egli ebbe sulle generazioni successive, quali Luca Signorello, Melozzo da Forlì, Antoniazzo Romano, rende questa esposizione di grande interesse speculativo oltre che artistico.
Esponente di spicco della seconda generazione dei pittori umanisti, Piero della Francesca dona un impronta indelebile alla storia dell´arte, quasi ad eternare il sublime, l´ineffabile, donando emozioni, bellezza e luce per i secoli a venire.
Anche per Piero della Francesca, come per altri grandi artisti, ci furono anni di oblio, ma il genio rinasce sempre e comunque, lasciando dietro se fonti d´ispirazione eterna.
Così è stato per la pittura moderna, tanto è che la fascinazione della sua pittura abbaglia i Macchiaioli, Signorini ed altri artisti Europei sino alla sua riscoperta nel primo novecento inglese, con Roger Fry, Duncan Grant ed al gruppo di Bloomsbury.
Ritroviamo i suoi echi pittoreschi anche in Degas, Seurat, Signac e nei percorsi del post Impressionismo, con le sperimentazioni metafisiche di Redon e le vedute geometriche di Cèzanne.
In Italia lo ritroviamo in Guidi, Carra´, De Chirico, Sironi, sino alla esplosione della sua eredità alla modernità in artisti come Le Corbusier, Balthus ed Edward Hopper.
Il filo conduttore della mostra attraversa quindi cinque secoli d´arte, viaggiando oltre ogni confine.
Piero della Francesca tra le tante genialità apportate alla Storia dell´Arte, realizza l´accordo tra arte e geometria, espressione poetica e prospettiva.
Le intensità delle sue raffigurazioni, la varietà delle sue innovazioni pittoriche, il calcolo degli spazi lo rendono unico nel panorama dell´arte del 1400 e non solo.
E´ l´artista che simboleggia il mondo intellettuale del 1400, è il pittore dell´armonia con la sua visione originalissima che inizia con le sue esperienze artistiche del primo Rinascimento.
La luce riveste un ruolo fondamentale nelle sue opere sin dalla sua formazione a Firenze con Domenico Veneziano, con il quale collaborò per gli affreschi purtroppo perduti, del coro di Sant Egidio a Firenze.
Sin dalle sue prime opere emerge la rigorosità prospettica, e la perfezione dei volumi geometrici e la rappresentazione di figure grandiose immerse in una luce soffusa, sottile che fa apparire i personaggi dipinti come sospesi nel tempo. Piero della Francesca soggiorna in varie città italiane come Urbino, Bologna e Ferrara dove, attraverso Rogier van der Weyden si avvicina all´arte fiamminga.
Soggiornando ad Ancona conosce Leon Battista Alberti, per poi arrivare a Rimini dove si occupa del Tempio Malatestiano ed in particolare dell´affresco di Sigismondo Malatesta. Al suo passaggio a Roma, chiamato da Papa Pio II dipinge affreschi per il Palazzo Apostolico, andati poi perduti per lasciare spazio alle Raffaeliane Stanze Vaticane. Ed è sempre a Roma che il grande maestro entra in contatto con pittori spagnoli e fiamminghi, dove scopre ancora nuove tecniche per la rappresentazione dei fenomeni atmosferici come, per esempio, la scena notturna del sogno di "Costantino". In questo quadro il bagliore che accende la scena rivela la quasi mistica sensibilità del maestro nei confronti della luce.
Un pittore con due anime che s´incontrano. Da un lato il teorico della geometria, l´autore di trattati di prospettiva, dall´altro l´artista creatore, teso alla conquista di un´immagine ideale, con la luce che modella le figure con aulica nitidezza.
La grandezza di Piero della Francesca consiste proprio nel far vibrare di emozione e di intensità pur all´interno di questo rigore intellettuale. La scintilla dell´emozione e dei sentimenti riscalda la purezza geometrica e conferisce ad ogni opera da lui dipinta un´anima di intensità immortale.
A testimonianza di ciò ricordiamo la "Flagellazione" dipinta per il Montefeltro, la "Madonna di Senigallia", e la "Sacra Conversazione".


GALLERIA FOTOGRAFICA
Piero della Francesca, Sacra Conversazione 1472 circa Piero della Francesca, Flagellazione di Cristo,1455–1460 circa Piero della Francesca, Madonna di Senigallia, 1474 circa
 
 
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